Il morbo di Alzheimer è un tipo di demenza che provoca problemi con la memoria, ha a che fare con il “mettere in ordine i pensieri” e i comportamenti. . Generalmente i sintomi si sviluppano lentamente e peggiorano con il passare del tempo, diventando talmente gravi da interferire con le più banali attività quotidiane. Un segnale dei più comuni è appunto rappresentato dalla perdita di conoscenza, soprattutto si dimenticano le informazioni più recenti. Si dimenticano date o eventi importanti, si chiedono le stesse informazioni più e più volte, si ha un sempre maggiore bisogno di contare su strumenti di ausilio del ricordo, ma soprattutto si fa conto in maniera risoluta e ricattatoria sui membri della propria famiglia e sulle proprie sicurezze acquisite, che sono rappresentate da ambienti e oggetti da sempre conosciuti. Le cose che si era soliti gestire in proprio diventano difficoltose, spesso inaccessibili. Confondere tempi o luoghi rappresenta un sintomo, si può dimenticare dove ci si trova o come si è arrivati in un determinato posto. Si possono avere problemi con le parole, non escono dalla memoria, sia nel parlare che nello scrivere, si possono avere difficoltà a ripercorrere i propri passi, ci si può confondere circa il giorno della settimana, ma a volte se ne può comprendere il seguito. Questi e molti altri segnali denotano giorno dopo giorno una carenza mnemonica sempre più difettosa e grave .Alcuni registi si sono impegnati con i loro film a dare vita a personaggi affetti da questo morbo, nel quale si scivola lentamente, ma non se ne esce più. Se la cinematografia mondiale dà grande spazio alla tematica, ritengo che l’attualità e la gravità del problema siano in netta espansione(l’età è certamente un dato di fatto ineccepibile per contrarre la malattia, ma spesso colpisce anche persone relativamente giovani). Non si può dimenticare la magnifica Julianne Moore nel film intitolato:”Still Alice”, grazie alla sua interpretazione si è aggiudicata il Premio Oscar come “Miglior attrice protagonista.L’argomento era appunto quello riguardante “Il morbo di Alzaimer”. Sembra una” Piece” teatrale, ma si tratta di un ottimo film francese: ” Florida” quello che sviscera nuovamente la problematica di questa malattia, questa volta in chiave ironica . Un anziano e malato, Claude (Jean Rochefort,la cui interpretazione è sorprendente per bravura) rifiuta qualunque tipo di aiuto, non accetta le badanti che gli vengono proposte (ma questa è una tipicità) vive nella grande villa immersa nel parco, dove trascorre le sue giornate, tra i cimeli acquistati durante tutta una vita, fedele al suo personaggio di imprenditore, mentre l’Alzheimer progressivamente si impossessa della sua mente, rendendolo scontroso e ingestibile. Le sue ossessioni sono rappresentate da un orologio, dal vino dal sesso e dal succo di frutta all’arancia della Florida. Soprattutto il succo di frutta all’arancia della Florida è l’argomento su cui non transige, vuole bere solo quello, vuole sia inevitabilmente quello. I punti cardine attorno a cui ruota la vicenda sono principalmente questi, le ossessioni. Inoltre è in attesa di qualcosa che non tornerà mai più. Claude è padre di due figlie di cui solo una ancora in vita (Sandrine Kiberlain). La sua memoria ha cancellato l’evento doloroso della perdita della sua secondogenita per incidente stradale. La sua vita è avvolta da eventi sospesi, fino all’irrealizzabile momento in cui potrà ricongiungersi con la propria bambina.Tutto si annebbia gradualmente, l’illusione si mescola alla realtà in un balletto dai toni gravi, e a volte amaramente ironici .Il senno ormai contaminato dalla malattia vaga indisturbato tra i ricordi del passato e le aspettative di un presente di poco conto, logorato e offuscato. Un viaggio lo condurrà nella soleggiata Florida, alla ricerca della figlia, ma si consolerà con un vero succo di frutta della “Florida”.
Maria Grazia Vannini
In foto: una scena del film
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