Un salotto che fa discutere, all’insegna del politicamente scorretto, che dopo aver incassato i successi degli incontri con Vaime e Craxi, accoglie l’editorialista e storico Nicola Tranfaglia, autore del libro “Carlo Rosselli”, nell’appuntamento di giovedì 7 aprile alle 18, come sempre nella sala conferenze Franco Benedetti di Palazzo Gentili.
“Un pensiero ad una figura che ha influenzato la mia formazione – precisa il direttore e conduttore della rassegna, Pasquale Bottone – e la mia crescita personale e culturale, con quel Partito d’azione, tentativo di veder nascere un’Italia laica, stroncato sul nascere con la morte del fratelli Rosselli”.
La prima parte del libro di Tranfaglia fu pubblicata da Laterza nel 1968 con il titolo “Carlo Rosselli: dall’interventismo a Giustizia e Libertà”, e ricostruiva in maniera analitica la formazione di Rosselli, il suo pensiero giovanile e la sua azione politica in Italia fino al 1930.
Questa edizione definitiva della sua vita – dagli anni parigini e la sua attività come leader di Giustizia e Libertà, attraverso le sue pubblicazioni e i rapporti con gli altri movimenti antifascisti in esilio, fino all’assassinio di Bagnoles de L’Orne il 9 giugno 1937 – offre ai lettori, non solo italiani, una biografia che ancora mancava.
“Carlo Rosselli è stato, senza dubbio alcuno, uno dei più grandi combattenti nella lotta al fascismo – precisa l’autore – l’uomo che prefigurò la Repubblica democratica che sarebbe nata nel 1946 e che avrebbe contrassegnato tutto il secondo dopoguerra. Questo volume ricostruisce le vicende pubbliche e private di Rosselli, la sua azione politica, il suo pensiero politico e culturale”.
In Italia, ma anche a livello internazionale, il libro è considerato – dal momento in cui apparve la prima edizione – come imprescindibile riferimento scientifico e culturale per la comprensione del progetto rosselliano: quel connubio tra pensiero liberaldemocratico e socialismo liberale che in Italia non si è realizzato nel primo sessantennio di vita repubblicana.
“Democrazia reale significa non solo autonomia politica – conclude Tranfaglia – ma anche e soprattutto autonomia e libertà economica. Una vera democrazia non esiste là dove esistono profonde disparità economiche. Il criterio della maggioranza, della sovranità popolare, che in sé è sacrosanto, acquista un valore puramente morale quando una minoranza detiene nelle sue mani gli strumenti effettivi del potere, cioè i mezzi di produzione e di scambio”.
La manifestazione è patrocinata dalla Provincia di Viterbo, presidenza e assessorato alla cultura, dalla Fondazione Carivit e si fregia del logo per il 150° anniversario dell’unità d’Italia.