Esce da Pellegrini Editore “Codice Rosso, la sanità tra sperperi, politica e ‘ndrangheta”, un’inchiesta di Arcangelo Badolati e Attilio Sabato. Un viaggio da incubo nella Sanità calabrese tra sperperi , politica e ‘ndrangheta. Una triade micidiale e assolutamente concatenata che porta il lettore a sprofondare nelle malebolge dell’inferno dantesco. E sono vere e proprie trivelle le penne dei due attenti giornalisti calabresi, Arcangelo Badolati e Attilio Sabato, da sempre vigili osservatori delle pieghe e delle piaghe di questa terra.
C’è di tutto nel sistema sanitario calabrese: ruberie, sprechi indicibili, conclamati sistemi clientelari, infiltrazioni mafiose e strategiche, ritardi inspiegabili, immobilismo atavico, ospedali fatiscenti, disinteresse e disattenzione e tante, forse troppe, morti in corsia. Su tutte la storia paradigmatica di Federica Monteleone che avvolge, come in una sorta di ripetitiva moviola, le storie delle tante croci che si toccano tra le pagine.
La Sanità calabrese è da sempre un pozzo senza fondo che consuma tre quarti del bilancio regionale e spende più della metà di quanto incassa. È un sistema rimasto imbrigliato nelle maglie di una politica pasticciona che ha inaugurato ospedali mai aperti e strutture mai utilizzate. Un pianeta diventato appannaggio dei partiti che ne controllano la gestione attraverso l’occupazione sistematica delle aziende diventate vere e proprie “fabbriche del consenso”. L’inferno. Che la “rivoluzione copernicana” attuata negli ultimi anni con il “piano di rientro” ha reso ancora più infuocato. Una cura dimagrante che ha dimezzato reparti, ha tagliato posti letto, ha prodotto una forte emigrazione sanitaria nel mentre le risorse per migliorare gli ospedali fatiscenti si sbriciolano e sbrindellano in ogni dove. E poi quegli ospedali vengono chiusi o ridimensionati. Ed è per questo che in Calabria si muore di “sanità”.
Spesso. Troppo spesso.
Ma la storia non finisce qui. La Sanità è in continuo, spaventoso movimento.