Petrella aveva già più che favorevolmente impressionato con il precedente “La città perfetta”, spaccato di maladolescenza metropolitana e di intrecci tra criminalità e politica, impietoso, palpitante e di grande interesse. Con “Le api randage” conserva l’ambientazione “noir” sospesa tra slancio cronistico, investigazione e denuncia sociale. Restano strettissimi i rapporti tra un’imprenditoria biecamente affaristica e la politica dei vecchi intrighi e delle ruberie : i riferimenti si fanno vivi e ci indirizzano verso un Italia appena attraversata dal ciclone Tangentopoli preda delle più spietate e corrotte logiche di potere. Raul Aragona, re del cemento, vedrà aumentare i suoi spazi d’intervento, il suo impero si estenderà a dismisura, ma solo in simbiosi con le coordinate stabilite dal suo partito di riferimento ( un partito moderato, molto in voga in quegli anni …) e tenere insieme ricchezza, ambizione, problemi di famiglia, disciplinando outsider senza scrupoli “cresciuti in seno” non sarà affatto semplice. Ed il mondo del crimine economico non fa sconti a nessuno. Petrella fotografa assai bene l’arrogante vuoto di valori in cui cresce e si avviluppa un’ italietta squallida e meschina pronta a tutto pur di scalare i vertici del potere e del veloce e facile arricchimento. Nel farlo disegna personaggi indimenticabili come gli stessi Aragona padre e figlio, il figliastro Matteo, l’ambizioso e cinico sottoposto” Lorenzo Messina, la trasognata e giovane icona della femminilità straripante Sveva, moglie dell’industriale. Ritmo martellante per un romanzo che si legge con avidità, dall’inizio alla fine.
Pasquale Bottone