Peronaci è da molti anni apprezzato caposervizio al “Corriere della sera”, il suo impegno di giornalista d’inchiesta è ben noto, in primis la sua lunga e dura battaglia condotta in favore del raggiungimento della verità sul caso Emanuela Orlandi. Anche il suo quotidiano aggiornare una pagina sul suo gruppo di fb “giornalismo investigativo” la dice lunga sul suo modo attento e costante di onorare una “professione” troppo spesso svenduta oggi ai facili ragionamenti del mainstream o sacrificata alle logiche affaristiche di quello o quell’altro gruppo di potere. Il libro-verità appena pubblicato da Centauria ci fa capire inoltre, come partendo da una cronaca dura, piena di pagine oscure e decadenti, di fede tradita e di malcostume si possa giungere al miglior neo- realismo letterario, tra romanzo sofisticato ed elegante e documentatissima saggistica. Motivo dominante di questo avvincente “La tentazione” una lunga ed appassionata storia d’amore, di quelle che resistono al tempo e al “mordi e fuggi” dei sentimenti e dell’attrazione fisica: solo che i due protagonisti sono un frate, un padre superiore della Provincia Romana, Eddy, ed una giovane donzella della Roma alto borghese, la cosiddetta “dama nera” che con il suo lungo e articolato racconto di vita vissuta allo stesso Peronaci ha dato il via alla costruzione del libro. Ed è lei che con la sua narrazione precisa, a tratti divertita e disincantata, che consente all’autore di mettere su un canovaccio incalzante che lo stesso poi lascia sviluppare con maestria. Ma non c’è nulla di “scandaloso” o “scandalistico” in questo forte sentimento che unisce un religioso ed una laica, c’ è condivisione, inarrestabile impeto dei sensi, cura continua e dolcissima dell’uno verso l’altro, voglia di vivere che non si ferma davanti a nulla, né davanti ai tabù che alle responsabilità, ma che diviene essa stessa quotidianità palpitante, accesa, fronte comune, intesa-asse in difesa di un amore incondizionato e vero. Sono tante le difficoltà, tanti gli ostacoli che la “coppia di fatto” si trova ad affrontare, il contesto in cui si muove la narrazione non riesce ad evitare deviazioni drammatiche, come l’illegalità insospettabile, lo spettro di una sempre strisciante, ma presentissima in certe determinate realtà perversione pedofila, il sotterfugio, il viaggio incredibile, il confronto con loschi figuri interni ed esterni al mondo della Chiesa; ma Peronaci riesce sempre a tenersi alla larga dalla ricerca di una scabrosità trash, puntella la sua narrazione con abilità, buon gusto e necessario distacco ed ogni particolare, anche il più clamoroso mai diviene “scoop di basso livello”, ma resta parte integrante di un romanzo compiuto dove i toni possono essere anche abilmente sfumati, ma non per questo meno efficaci. Certo il lettore alla fine qualche dubbio, specie riguardante l’illustre amante Padre Superiore se lo pone, serpeggia tra le righe l’ipotesi che questi possa aver anche anteposto un affarismo prima subìto poi forse anche voluto alla più celestiale liturgia dei sentimenti, ma la sua figura non ne esce sminuita o ridimensionata più di tanto, il perdono della dama nera è sempre lì dietro l’angolo ad intervenire e a nobilitare il giusto la loro epocale relazione. Bisogna dire che Peronaci riesce con “La Tentazione” a coinvolgere il lettore per tutta la durata del romanzo- verità, la sua “gestione dei fatti” è chiara e scorrevole, il disegno dei due personaggi davvero mirabile, coinvolto e coinvolgente, la qualità di scrittura ottima e godibile.
Pasquale Bottone