La foce del ladrone, un nuovo album per lo sperimentatore Fabio Zuffanti

Esce oggi su etichetta Spiral Records/Long Song Records con distribuzione Audioglobe “La foce del ladrone”, il terzo album ufficiale di Fabio Zuffanti. L’uscita del disco é stata anticipata dal singolo e videoclip del brano “Musica strana”, che è gia entrato nella playlist di Isoradio e di molte delle principali radio rock italiane, mentre la presentazione ufficiale dal vivo avverra’ il 29 maggio al Muddy Waters di Calvari (Genova).

Dopo diciassette anni di carriera e diversi progetti con cui ha esplorato i più disparati generi musicali, e dopo due album ed un ep decisamente cupi e sperimentali a suo nome, Fabio Zuffanti ha sentito l’esigenza di dedicarsi ad un lavoro di canzoni vere e proprie, più solari e comunicative sia a livello testuale che musicale. E’ nato cosi “La foce del ladrone”, un disco, per la prima volta nella carriera dell’artista ligure, di musica pop nell’accezione migliore del termine. Un disco nel quale tra le altre cose si ritrova, a partire dal titolo e dalla copertina, un sentito omaggio alle atmosfere contenute nel ben più famoso “La voce del padrone” di Franco Battiato, che da ragazzo lo folgoro’ e lo fece avvicinare al mondo della musica. Al di la’ di questo riferimento si tratta di certo nelle tematiche del lavoro più personale, musicalmente e liricamente, che Zuffanti abbia mai concepito. Le canzoni parlano di ricordi (1986), situazioni surreali che si intersecano con la vita vissuta (In cantina, Se c’è lei), sogni e visioni (Capo nord, Lunar park) e piccole invettive (Musica strana, Una nuova stagione, It’s time to land). I brani sono attraversati da una suggestiva sintesi tra il mondo ipnotico, wyattiano e sognante che da sempre caratterizza la musica dell’artista ligure ed alcune atmosfere che erano nell’aria all’inizio degli anni ‘80 in dischi come “La grande grotta” (Alberto Fortis), “Sfinge” (Enzo Carella), “E già” (Lucio Battisti) e molti altri, dando vita ad un sound che si rivela alla fine originale in quanto, per larga parte, avventuroso ed inedito.

“Ho trascorso diciassette anni di carriera musicale lavorando su diversi generi; prog, elettronica, sperimentazione, folk, trip-hop, post-rock, jazz, colonne sonore, musica da camera.” – racconta Zuffanti –“ Sentivo che fosse arrivato il momento di realizzare un disco che è finalmente di (quasi) puro pop. Il pop per me rappresenta un grande punto d’arrivo e anche di ri-partenza, perché grazie al suo linguaggio posso unire insieme molti dei mondi musicali a cui sento di appartenere, comprimerli e rimandare fuori otto semplici canzoni. Il titolo del disco ha per me una doppia valenza. Innanzitutto penso che il ladrone, anzi, i ladroni, siamo tutti noi musicisti/compositori. Inutile negarlo, quando si compone oltre alla pura e semplice ispirazione c’è sempre un riferimento altrui rimesso in discussione secondo i nostri canoni. Poi, come è evidente, c’è un omaggio a un disco che, risalendo la foce fino alla sorgente, è stato il primo che mi ha fatto capire che la musica sarebbe stata centrale nella mia vita e che mi ha ispirato profondamente. Cosi ho simpaticamente voluto fare questo gioco di rimandi nella copertina, nelle foto e in certi richiami musicali, anche se dall’altra parte credo che questo sia molto personale nelle tematiche. Queste canzoni non hanno la sfrontatezza di paragonarsi a quelle del disco di Battiato, ma sono state costruite seguendo gli stessi criteri di quelle contenute in quell’album: collages di frasi musicali e testuali prese altrove, linguaggio colloquiale, banalita di vario genere, storie di vita vissuta; la stessa voglia di creare qualcosa di fresco e spontaneo ma allo stesso tempo musicalmente non scontato.”

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