Giorgio Specioso nel suo “Dinosauri”, in uscita il 18 febbraio per Baldini & Castoldi traccia un’ironia e allo stesso tempo amara rappresentazione distopica del mondo del lavoro, capace di mettere insieme Kafka e Hitchcock.
C’è stato un Grande Evento Nebbioso che ha aperto un varco temporale sugli anni Settanta: le strade sono invase da paccottiglia colorata e vecchia ferraglia. Qualcuno ne ride, altri ne fanno un’ossessione. Due anni dopo si verifica un secondo Grande Evento Nebbioso che chiude l’innocuo buco temporale sugli anni Settanta per aprirne uno drammatico sulla Preistoria: enormi bestie estinte da milioni di anni avanzano inarrestabili. Molti fingono che non sia accaduto nulla, fra questi Beniamino Bosco, il quarantacinquenne protagonista del romanzo. Beniamino abita una città senza nome, lotta per una promozione con i suoi colleghi-rivali, fa sesso occasionale, è marito e padre distratto. I suoi unici meriti sono cercare un rapporto con il figlio che non gli parla e fare terapia di coppia per tentare di salvare il matrimonio. Quando il Bollettino radiofonico lo informa che la minaccia preistorica è alle porte della città, finalmente prende coscienza di sé, della sua famiglia e del pericolo e forse un gesto lo redimerà.