È possibile che amore per la vita e volontà di autodistruzione coesistano?
Ian McEwan dà voce a questo interrogativo in La ballata di Adam Henry, il suo nuovo romanzo uscito lo scorso novembre per Einaudi.
È la storia di Fiona Maye, giudice dell’Alta Corte britannica, una donna sposata da 35 anni, senza figli e completamente dedita alla sua professione.
Tra feroci battaglie per l’affidamento dei figli e questioni patrimoniali, arriva il caso di Adam Henry a segnare la vita di Fiona Maye, un caso in cui la donna si immerge totalmente, ma anzi si rifugia, tentando di scappare da un’umiliazione tanto grande quanto quella inflitta da un marito che necessita di un ultimo giro extra-coniugale.
Adam Henry è un violinista dilettante e poeta in erba, un diciassettenne malato di leucemia che rifiuta la trasfusione per un precetto religioso. Il suo futuro è nelle mani della corte e, in particolare, di Fiona, la quale sceglie di incontrare quell’Adam Henry che dietro l’ostinazione nasconde una profonda passione per la vita.
«McEwan sa conversare in modo prodigioso con il bambino che è in noi, ma scrive per gli adulti e degli adulti. Oggi piú che mai, in un mondo che incoraggia un cinismo immaturo, sentiamo il bisogno del suo magistero».
Boyd Tonkin, «The Independent»