Drugstore Portuense, un sito archeologico sotto un palazzo anni ’60

mosaico

Un locale di 400 metri quadrati che custodisce, sotto un edificio degli anni ’60, i monumentali sepolcri romani risalenti ad un periodo che va dalla seconda metà del I sec. d.C. al IV sec. d.C. E’ il sito archeologico delDrugstore Portuense di Roma che aprirà gratuitamente al pubblico da sabato prossimo per tutti i fine settimana, escluso quello di Pasqua. Uno spazio che sorge accanto ai reperti di un vasto impianto termale individuato a pochi metri, sotto l’attuale cavalcavia, nel corso dei lavori di raddoppio stradale conclusi nel 2015.

Un vero e proprio sito archeologico, che negli anni è stato destinato da salone espositivo per autovetture a drugstore, con regolare privè annesso, scoperto per ‘caso’ composto da cinque ambienti sepolcrali, due dei quali preceduti da un recinto e affreschi con motivi geometrici alle pareti.

Il sito è arricchito da una volta a botte con motivi floreali e poi decorazioni di stucco a forma di conchiglia, mosaici pavimentali con satiri vendemmianti. Il pezzo più antico è la sepoltura risalente a un momento tra il 3700 e il 2300 a.C., di un giovane guerriero ritrovato alla Muratella e qui accolto insieme alla zolla che raccoglieva le sue armi, delle quali si conservano le punte delle frecce allineate accanto alla salma.

L’apertura gratuita nei fine settimana sarà assicurata dalla collaborazione con la Soprintendenza dell’Associazione InUrbe Cultura 3.0 che assicura la presenza fissa di un archeologo dalle 10,30 alle 21,30, un orario molto esteso per favorire la migliore fruibilità del sito.

Scoperta nel 1966, la porzione di necropoli musealizzata, è stata per anni condannata alle più disparate destinazioni, nessuna delle quali rispettosa della sua natura fin quando è stata acquisita dalla Soprintendenza Archeologica di Roma che ne ha avviato il recupero con un intervento lento ma incessante.

Durante gli anni Ottanta si è proceduto con lo scavo archeologico, con il consolidamento e restauro delle strutture, con il recupero dell’area monumentale per la pubblica fruizione. Queste attività sono state condotte con fondi della Soprintendenza.

Fronteggianti l’attuale via Portuense, che ripercorre a grandi linee il tracciato antico, sono cinque gli ambienti sepolcrali, due dei quali preceduti da un recinto. In origine occupavano parte della collina tufacea utilizzata come cava sin dall’età repubblicana. L’uso è attestato dalla seconda metà del I sec. d.C. al IV sec. d.C. (adnkronos)

 

 

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