Al Giffoni Film Festival, l’artista ha incontrato i giovani giurati: “L’Italia governata da gentaglia”
“L’Italia è un Paese governato da cialtroni dove anche i cittadini hanno perso il senso del rispetto per il prossimo e dove nessuno va più in galera se ha commesso grandi errori”.
Franco Battiato, al Giffoni Film Festival, nell’incontro con i giornalisti giovani giurati ha toccato molti temi tra cui la crisi che sta attraversando l’Italia. “Nel nostro Paese, purtroppo, non c’è un popolo, ma singoli individui – ha detto.
In Francia quando hanno aumentato il latte di 7 centesimi, nessuno ha più comprato più latte, allora i produttori si sono messi in ginocchio. In Italia nessuno ha voluto fare qualche chilometro in più per comprare la benzina dall’estero.”
“La classe politica ormai ha invaso tutti i settori. La RAI cosa c’entra con la politica?”.
Con un disco in uscita il prossimo ottobre, dal titolo “Apriti Sesamo”, Battiato ha anche parlato del prossimo film che ha pronto nel cassetto ormai da tempo: una biografia del compositore tedesco Georg Friedrich Händel, “un genio, un uomo libero, che nonostante abbia vissuto diversi secoli fa, come musicista riesce a sorprendermi dandomi delle emozioni fortissime”.
Il film, il cui cast sarebbe già al completo, aspetta solo di trovare finanziatori ma il maestro è apparso ottimista: “Sembra che qualche cosa si stia muovendo tra Germania e Inghilterra – ha annunciato – ma farò il film solo se la sceneggiatura potrà rimanere invariata, così come l’ho scritta. Ho studiato tre anni per conoscere il Settecento e la vita del musicista. Ho letto 94 libri, alcuni dei quali di più di 1500 pagine perché non avevo intenzione di lasciare delle macchie come è accaduto per il film ‘Amadeus’ il cui regista ha dipinto Mozart come un cretino”. Protagonista della pellicola dovrebbe essere l’attore tedesco Johannes Brandrup e nel cast è prevista la presenza anche di Willem Dafoe.
Battiato, al Gff, ha parlato anche dei suoi inizi: “In quegli anni noi musicisti non volevamo far carriera, non volevamo diventare famosi, eravamo solo dei fanatici della musica”. Non si definisce un musicista d’élite, nonostante si pensi questo di lui, in quanto i milioni di copie venduti dai suoi dischi e il numero degli spettatori dei suoi concerti fanno capire che “c’è un pubblico sotterraneo che gli artisti commerciali non hanno”. Ha dichiarato che la sua felicità è più vicina alle zone del divino, la raggiunge con la meditazione che pratica dagli anni Settanta: “mi sono abbeverato a tutte le correnti della spiritualità – ha detto – tranne a quelle americane”.
Infine, da regista, ha parlato dello stato di salute del cinema italiano: “Non attraversa certo un momento di felicità – ha affermato – ma non sono uno di quelli che si mette a frignare se gli altri, per sfacciataggine, sono ricorsi a politici riuscendo ad ottenere finanziamenti pubblici. Anzi – ha aggiunto – io credo che lo Stato non debba aiutare il cinema, i registi devono arrangiarsi. Penso che noi dobbiamo pagare le tasse per far sì che chi non ha da mangiare venga aiutato”.