Torna in libreria il 5 marzo Carmen Yáñez con una raccolta edita da Guanda.
In queste poesie sono rappresentate le tematiche che le sono più care – l’amore, la memoria, l’esilio e la poesia stessa – con un linguaggio capace di rappresentare tutti gli aspetti della realtà: tanto il dolore legato alla condizione umana quanto la violenza che rimane impressa nella carne e nei ricordi della vittima, le «pequeñas tristezas» di una donna esile e delicata, come i ruggiti di desiderio di una leonessa innamorata.
Carmen Yáñez, nasce nel 1952 a Santiago del Cile, da una famiglia operaia, nel 1975 scompare nelle mani della polizia politica di Pinochet. Incredibilmente scampata all’inferno di Villa Grimaldi, rimane in clandestinità finché nel 1981, via Argentina e sotto la protezione dell’ONU, si rifugia in esilio in Svezia. In Svezia Carmen Yáñez inizia a pubblicare la sua poesia. Nel 1982 esce la raccolta “Cantos del camino” e, negli anni successivi, le sue poesie appariranno su riviste svedesi e tedesche. Pubblica i trittici “Al aire” del 1989 e “Remanso” del 1992. Durante la sua permanenza in Svezia, partecipa alla creazione di vari laboratori letterari. Dapprima il laboratorio Losche (1986-88) e in seguito “Transpoetas” e “Madrigal”, ai quali è tuttora legata. Dal 1990 la sua poesia comincia a essere pubblicata anche in Cile. Nel 1997 si trasferisce in Spagna, insieme a suo marito lo scrittore Luis Sepúlveda, e stabilisce la sua residenza nelle Asturie, in quella che lei stessa definisce una ricerca delle proprie radici.
Ha pubblicato in Italia tre volumi, editi da Guanda: “Paesaggio di luna fredda”, “Abitata dalla memoria”, “Terra di mele”.