Sarà stata la data scelta, il 17 febbraio 2016, anniversario della condanna a morte sul rogo per Giordano Bruno, martire del libero pensiero, sarà stata la risonanza che l’evento ha avuto nelle scuole, grazie al tamtam fatto risuonare da molti docenti di filosofia, sarà stato che ormai gli eventi pubblici organizzati dal Preside Pasquale Picone sono diventati appuntamenti così densi di significato da richiamare studiosi e cultori fino ai confini della provincia; sarà per tanti motivi, ma sta di fatto che l’appuntamento annuale della SFI di Viterbo è stato un successo.
Fin dalle 16,00 la Sala delle Conferenze della Biblioteca di Viale Trento ha iniziato a gremirsi di pubblico e al momento del suono della campanella filosofica, mezz’ora più tardi, era colma tanto che molte persone sono rimaste in ascolto nel corridoio.
Letture significative, da James Hillman a Giorgio Colli, poesie lette da autori presenti, da docenti e studenti dell’istituto “F.Orioli” e dall’artista viterbese della parola, la poetessa Lorena Paris, fino ad un minuto di silenzio: tutto ciò ha introdotto un appassionato dibattito filosofico, religioso, esistenziale e socio-economico, che ha attraversato il tempo e lo spazio, evocando momenti gloriosi in cui la nostra città, già permeata del Genius Loci etrusco, era sede dell’Ecclesia Viterbiensis, così ben studiata e delineata da Massimo Firpo, accademico universalmente riconosciuto che mai nessuno ha invitato a Viterbo. L’excursus ha preso senso quando si è giunti all’inevitabile contrapposizione con l’attuale momento di decadenza e di situazione politico-amministrativa, imbarazzante e paralizzata da logiche di partiti e di lucro, che tiene in pugno la città. “Ben venga , da voi giovani il riscatto e il nuovo Risorgimento, come auspica la giovane e determinata consigliera Chiara Frontini, che incita i Viterbesi a scoperchiare di nuovo un tetto, ma stavolta quello di Palazzo dei Priori”, tuona il Preside Picone, “e riaffermiamo il primato della cultura a Viterbo, una città che adesso pare intorpidita e assonnata, ridotta quasi a una spettrale sonnambula persa tra i Monti che la separano da Firenze e Roma: una zona ingrigita dell’economia e della cultura nazionale”.
La visione e il sogno che Viterbo ritorni a essere una vera cittadella di sapienza, ove rivivano novelli Musonio Rufo, Egidio, Bonaventura da Bagnoregio o Vicino Orsini nei giovani che ne rappresentano il futuro: questo l’appello con cui si è concluso l’evento a fine pomeriggio: tre ore di letture e dibattito, monitorate dalla Prof.ssa Alba Stella Paioletti, alla presenza di personalità di rilievo del mondo culturale di Viterbo, come Luciano Dottarelli, Giovanni Locanto, Massimo Maffei; e ancora Mauro Galeotti e Gianluca di Prospero. Il tutto si è svolto di fronte a un pubblico arricchito anche da studenti interessati, provenienti dai Licei cittadini e della provincia. Non è mancato lo sguardo attento del padrone di casa, Paolo Pelliccia che si è affacciato e con il suo sorriso benevolo ha auspicato la presenza sistematica di dibattiti filosofici, così, veri, fuori dall’aula scolastica da svolgersi in biblioteca con il coinvolgimento in primis degli studenti stessi. E così, nel tardo pomeriggio, sulla scia della riflessione di Paolo Pelliccia e del Prof. Picone che sfidano i giovani a diventare sempre più attori del loro destino e della loro crescita si è chiuso il sipario su uno degli incontri più culturali e riformisti che Viterbo non vedeva da tempo.
SFI/ sezione di Viterbo.
Barbara Bruni