Dopo la prima pubblicazione con Einaudi di Lehman Trilogy (2014), arriva a metà gennaio 7 minuti, l’innovativa pièce teatrale di Stefano Massini.
Una vecchia azienda tessile che dà lavoro a diverse donne è stata acquistata da una multinazionale che, per fortuna, non chiede il licenziamento di nessuna tra le operaie, ma almeno il rispetto di una piccola clausola inserita nel contratto da firmare.
Chiuse in una stanza per il Consiglio di fabbrica, undici donne dovranno decidere se accettare la riduzione di sette minuti della pausa pranzo, un tempo che sembra un niente a tutte le altre tranne che alla delegata del Consiglio. Ma poi il dibattito si accende e ognuna di loro si trova costretta a ripercorrere pubblicamente la propria vita prima di prendere una decisione definitiva.
In quei sette minuti emerge la complessità della società europea moderna, in quei sette minuti le protagoniste mostrano di essere tutte molto distanti tra loro per età, provenienza, esperienze, paure, temperamento.
Prendendo le mosse, probabilmente, da La parola ai giurati (scritto da Reginald Rose e diretto da Sidney Lumet), Stefano Massini riporta il teatro politico e sociale entro i confini dello schema classico fondato sul fitto dialogo a molte voci in una scena fissa.