Mi ritrovo improvvisamente circondata da occhi vivissimi, belli e curiosi quando la professoressa Alessandra Sacchi, con la quale ho collaborato da tempo per questioni altre, mi conduce cortesemente in una delle tante aule della scuola e motiva la mia presenza.
Sono all’Istituto Tecnico Commerciale Paolo Savi, che è tale dal 1872, dislocato in un bellissimo edificio storico su una via principale della città, un luogo che evoca immagini di tranquillità apparente: come osservare dall’esterno un fantascientifico formicaio colmo di operai in attività ordinata e costante, silenziosa ma efficiente.
Un veloce scambio di saluti con la Dirigente che mi accoglie benevolmente e poi ecco i miei ragazzi; miei perché per un po’ avrò il piacere di ascoltare, direttamente dal loro entusiasmo, il racconto di un’esperienza recente che cinque di loro hanno vissuto presso una sede romana della Banca d’Italia. Sono con me, oltre alla docente Sacchi, Claudia Ceccolongo, Riccardo Falco, Alessio Panunzi e Benedetta Sensi; Veronica Cioccoletta è impossibilitata a raggiungerci perché impegni irrevocabili la trattengono in classe… si sa, siamo a scuola. E tra l’altro il giorno della mia visita corrisponde alla data del pranzo dei cento giorni. Che emozione!
Certe volte è facile dire ragazzi e pensare di confrontarsi con dei piccoli uomini o donne che stanno crescendo. Questi signori seduti attorno a me sono davvero preparati e usano una terminologia da esperti presentandomi il bel progetto che li accomuna. Ci raggiunge la professoressa Anna Bravetti, che con altri colleghi, ha seguito questi studiosi preziosi del futuro nella realizzazione di un programma che si è concretizzato in un bando a cui aderire, ritrovato sul sito della BCE. Bando scoperto non per caso perché proprio i cinque si sono impegnati nella ricerca di qualcosa che potesse portarli a realizzare un piccolo sogno: vincere e incontrare personalmente Mario Draghi. … e dici poco…
Mi colpisce Claudia, molto sorridente e seria al tempo stesso, una ragazza con le idee chiare, tenace e fortemente interessata all’approfondimento dello studio di alcune materie; sa già cosa studierà dopo il diploma e recentemente ha svolto un tirocinio in una sede importante… Dove? Sono cose personali. E’ lei che incomincia a parlare: il concorso si svolge da cinque anni bandito dalla Banca Centrale Europea, appunto, e si articola in tre fasi. Dopo aver superato un quiz online sulla politica monetaria e aspetti di politica economica concernenti l’area dell’Euro, il campo si restringe ma quelli del ragioneria superano il test con il 97%. Il passo successivo prevede la stesura di un elaborato che tratti di situazione economica mondiale, in parte, e anche di Eurozona. Infine, il breve trattato deve presentare una decisione sul tasso ufficiale di riferimento da adottare.
Senza dubbio la parte che ha suscitato maggior coinvolgimento nei ragazzi è la partecipazione alla “finale”, svolta il 10 marzo scorso presso la sede della Banca d’Italia, “in Via Nazionale”, aggiunge Alessio; sono tre le squadre in campo che si contendono la vittoria. Un gruppo arriva da Cuneo e si chiama Golden Share, altri sono di Treviso, i Green Team, e i nostri sono Il Sogno, appunto perché se vincessero andrebbero a conoscere Draghi! Sono tre anche i giudici, tra i quali un esperto di politica monetaria che si complimenta vivamente con i ragionieri viterbesi sebbene debba comunicare loro che non sono arrivati al primo posto.
Un momento di delusione è plausibile e pure evidente; la Bravetti conferma che i cinque meritavano di vincere: si apre un brevissimo dialogo tra docente e discenti ma non c’è giustamente posto per le polemiche. Anzi, questi fantastici studenti colgono occasione per cambiare argomento: ecco le foto. Divertentissime, il selfie con la prof prima di entrare nella sede, il gruppo riunito e ripreso presso una spaziosissima sala conferenze; vari scatti ancora, di cui uno accanto al ritratto di tale Draghi e poi… Alessio immortalato nell’intento di aprire una porta, la cui maniglia è elegantemente posizionata a circa un metro e sessanta, almeno, da terra.
Non posso fare a meno di notare la meravigliosa autenticità di questi figli italiani che ridono di cose buone, che osservano attentamente, che mi osservano e si rendono cortesi e disponibili, che hanno voglia di raccontare. Alessio è il Presidente della Consulta, sta leggendo Cristo si è fermato a Eboli e quando inizialmente parliamo della città in cui viviamo mi dice: “qui succede un po’ poco dal punto di vista culturale”, e poi discorriamo qualche momento sulla situazione politica locale. Il ragazzo è interessato e preparato.
Interviene Benedetta, che si fa strada più timidamente, ma nasconde un bel carattere: non riesco a farle rivelare quale libro stia leggendo in questo periodo: brava! Sorride Riccardo, appassionato di fumettistica: gli piace Mickey Mouse (anche a me) e si diletta sfogliando riviste scientifiche. Ma soprattutto è attento ai buoni particolari e infatti proprio prima di salutarci mi descrive il pranzo che ha gustato il giorno “della finale”, pasto offerto ai concorrenti dalla Banca d’Italia, e commenta: “non avremo vinto ma un buon pranzetto fa sempre piacere”. Già.
L’Istituto Paolo Savi offre la possibilità di scegliere tra vari percorsi di studio. L’ultimo arrivato è l’indirizzo turistico, nel 2012. Si studiano lingue straniere, amministrazione, finanza e marketing, relazioni internazionali per il marketing, tra le varie altre discipline. Ho modo di soffermarmi con le insegnanti e capire che in questa scuola nulla è lasciato al caso, da tempo: progetti attualmente in fase di sperimentazione altrove, sono invece già ben avviati in questa sede dove mi si parla anche di una biblioteca molto ben assortita e ricca di testi piuttosto antichi. Un accenno alla cosiddetta alternanza scuola/lavoro che qui è organizzata come reale possibilità da offrire agli studenti; mi riferiscono di progetti in preparazione con la regione e di test attitudinali svolti al fine di inserire i giovani nel mondo del lavoro.
Tutto questo è davvero lodevole, complimenti! Ma sono questi cinque la vera attrazione, con la loro correttezza, gli sguardi limpidi, la voglia di apprendere e di farsi conoscere, la soddisfazione di imparare per poi trasmettere. E l’educazione che mi mostrano: l’ora del pranzo si avvicina, devono prepararsi, organizzarsi per andare a festeggiare con i professori ai quali regaleranno un diploma-ricordo, rivela Alessia segretamente, eppure sono lì intorno a me e non lasciano l’aula fin quando non sono io a congedarmi. Grazie carissimi signori! È stata veramente un’oretta speciale quella che ho potuto passare con voi; la speranza è che di scuole siffatte ce ne siano… e anche di ragazzi così.
ps: grazie a una gentile signorina che mi ha regalato due fogli sui quali prendere appunti, …avevo la penna, non la carta
Barbara Bruni
In foto: la sede della scuola