Tutti sentiamo di essere maschi, o femmine (o entrambi, o nessuno dei due). Questa sensazione, profondamente radicata in ogni individuo, si chiama identità di genere. E’ il senso di appartenenza al genere maschile o femminile o ad entrambi o a nessuno, ed è importante capire che non sempre coincide con il sesso biologico- genetico che abbiamo ricevuto alla nascita. “Transgender” è appunto la definizione (l’identità di genere) di un individuo che sente di non appartenere al sesso biologico-genetico assegnato alla nascita, ma al sesso opposto. Per esempio….. una persona nasce e viene identificata come femmina, ma crescendo sente di essere un maschio o viceversa, perciò il corpo diventa la prigione dalla quale è difficile uscire ,per il sesso che si vorrebbe esprimere. E’ di questa tematica che tratta il film : “The Danish Girl”. Drammatica, reale e biografica vicenda, realmente avvenuta. Copenhagen,nei primi anni 20. L’artista danese Gerda Wegener dipinge un ritratto del marito Einar vestito da donna. Il dipinto raggiunge grande popolarità e Einar inizia a mantenere in modo permanente un’apparenza femminile, mutando il suo nome in Lili Elbe. Spinto da ideali femministi e supportato dalla moglie, Elbe tenta di effettuare il primo intervento per cambio di sesso da uomo a donna. L’intervento avrà grosse ripercussioni sul suo matrimonio e sulla sua identità. Questa in breve la trama. Einar Wegener incontrò realmente Gerda Gottlieb alla scuola d’arte di Copenaghen, i due si sposarono nel 1904, quando Einar aveva 22 anni e Gerda 19. Entrambi lavoravano come illustratori: Einar si specializzò in dipinti di paesaggi (nel film,continua ossessivamente a dipingere la stessa scena paesaggistica appartenuta alla sua infanzia) mentre Gerda lavorava per riviste di moda e creava libri illustrati. Caratteristiche di Einar erano una spiccata sensibilità femminile e l’interesse per l’abbigliamento di genere. Einar e Gerda viaggiarono in tutta Europa, dall’Italia alla Francia, per poi stabilirsi a Parigi nel 1912. Nella capitale francese Einar ebbe modo di vivere apertamente come donna. Divenne modella e musa per i dipinti di Gerda indossando abiti femminili e assumendo il nome di Lili Elbe. Tra gli anni venti e trenta Wegener si presentava regolarmente come femmina a tutte le feste e gli eventi pubblici utilizzando questo nome. Solo Gerda e pochi amici fidati erano al corrente della transessualità di Lili che veniva presentata come la sorella (nel film, la cugina) di Einar. Nel 1930 Lili Elbe andò in Germania per sottoporsi all’intervento chirurgico per la riassegnazione sessuale, all’epoca ancora sperimentale. Si sottopose a cinque operazioni in un periodo di due anni. Il primo intervento fu la rimozione dei testicoli, sotto la supervisione del sessuologo berlinese Magnus Hirschfeld. La seconda operazione consistette nella rimozione del pene nel trapianto delle ovaie, rimosse in un secondo momento grazie ad altri due interventi a causa di un rigetto e di altre gravi complicazioni. La quinta operazione fu il trapianto dell’utero, per poter consentire a Lili, allora quasi cinquantenne, di diventare madre. Questa vicenda suscitò la curiosità dell’intera stampa Danese e Tedesca, tanto che l’allora re Cristiano Decimo di Danimarca invalidò’ il matrimonio con Gerda nel 1930 e riuscì ad ottenere il riconoscimento legale della sua nuova identità di donna.Ricevette il passaporto a nome di Lili Elbe. Morì nel 1931 a causa di complicazioni, tre mesi dopo la sua quinta e ultima operazione. Si pensa che la causa della sua morte sia stato il rigetto dopo l’impianto dell’utero. È stata sepolta a Dresda, in Germania. Il protagonista del film: Eddie Redmayne, magnifico Londinese , dai tratti delicatissimi, già premio Oscar,per l’interpretazione di “La teoria del tutto”, nei panni di Lili Elbeil e Alicia Vikander nei panni di Gerda Wegener. Fanno inoltre parte del cast Matthias Schoenaerts, Ben Whishaw, Amber Heard e Sebastian Koch. Magnifici i costumi e gli adattamenti scenografici in perfetto stile Liberty. E’ un film decisamente moderno, che esalta l’amore ma anche la compassione, afferma il regista, l’accettazione delle differenze e la capacità di soccorrere e sostenere l’altro, anche nel totale dolore di perdita del rapporto coniugale. Gerda (la moglie) è certamente una figura esemplare, che ad un certo punto capisce che nulla potrà essere mai piu’ ciò che era stato. L’arte, l’amore e l’affetto smisurato, escono dalla pellicola, invadono una platea compassionevole che attraversa e viene introdotta in una tematica tanto psicologica quanto dolorosamente fisica, perchè sì, il dolore si percepisce. Mentre i titoli di coda scorrono, si legge che i diari di Lili densi e zeppi di motivazioni sono realmente serviti alla trama del romanzo che è diventato film. Ottimo film.
Maria Grazia Vannini