Lo chiamavano Jeeg Robot…d’Acciaio

JEEG R

Lo chiamavamo (!) Jeeg Robot d’Acciaio quando negli anni Settanta arrivò anche in Italia il noto manga ideato da Go Nakai e  che dal prossimo 25 febbraio ritorna nelle sale cinematografiche italiane in un film di Gabriele Mainetti con Claudio Santamaria chiamato ad assumersi la responsabilità di non deludere tutta un’intera generazione che mangiava pane e cioccolata incollata davanti alla Tv seguendo le vicende del buon robot.

Già presentato alla decima edizione della Festa del Cinema di Roma lo scorso ottobre,  successivamente al Lucca Comics & Games e al Terminillo Film Festival più recentemente, da qualche giorno, è stato possibile assistere alla proiezione gratuita e in anteprima del film in varie città italiane.

A giudicare dai numerosi consensi ricevuti da critica e pubblico il risultato di questo “ […] trionfo di puro cinema, di scrittura, recitazione, capacità di mettere in scena e ostinazione produttiva, un lungometraggio come non se ne fanno in Italia […]”, (Gabriele Niola, My Movies), sarà successo sicuro.

Riuscitissima, dunque, la trasformazione del protagonista Enzo Ceccotti che nell’intento di scappare dalla polizia, si getta nel Tevere e finisce in un accumulo di materiale radioattivo. Ne uscirà dotato di poteri sovrumani e con l’idea di sfruttare l’occasione per far soldi. Tutto cambia quando nella vita del titano, che fino a quel momento vive rubacchiando, arriva Alessia.

La bella ragazza è convinta che Jeeg Robot  riviva in Enzo il quale avrà il compito di salvare l’umanità e come in una sorta di romanzo di formazione, la conversione del protagonista è inevitabile. Tra Tor Bella Monaca e lo Stadio Olimpico si disloca un inospitale uomo “comune”, silenzioso e circospetto che realizza di poter essere capace di migliore moralità.

Bravi anche gli attori Luca Marinelli e Ilenia Pastorelli; brillante, non v’è dubbio, la sceneggiatura; divertente l’intuizione di portare Jeeg Robot a Roma. Delicata l’idea di una giovane donna che riesce a trasportare nel suo mondo fantastico un uomo rude e indolente che lentamente si rivela disposto a offrirsi in nome del bene dopo un incidente di percorso.

Un film per distrarsi.

Non fosse che all’uscita, naturalmente, Jeeg Robot non è in zona a prendersi cura degli eroi moderni: quelli che quotidianamente affrontano lotte personali dettate sì, pure talvolta da atavici insoluti problemi forse irrisolvibili e “ormai” banali, ma comunque difficoltà e incertezze presenti, attuali. Fragilità incolmabili volutamente celate dietro uomini, giovani, bullismo, dispotismi, femminicidi…, è troppo lunga la lista della spesa quando nessuno può pagarla. La generazione che si divertiva con Mazinga Z  e Goldrake,  ha da fare per correggere il bel paese che esige rigenerazione; mentre all’ esercito di giovani penserà la “Buona Scuola”.

Ebbene, dopo un Jeeg Robot che acquista forza precipitando in un barile di rifiuti, può sorgere il dubbio che una celebre canzone di tali Modugno/Gigli, sia più accattivante quando cantata da una bella attrice o da una magrissima cantante francese.

Si perdoni il dileggio, ma io ho visto Jeeg Robot d’Acciaio, quello vero! Che da bambini era ‘na cosa grande.

Barbara Bruni

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