Ezio Bosso, tra i più rinomati compositori e direttori d’orchestra a livello internazionale, mercoledì 10 febbraio, sarà ospite sul palco della 66ª edizione del Festival di Sanremo.
Il suo disco d’esordio “The 12th Room” (Egea Music) è disponibile nei negozi tradizionali, in digital download e sulle principali piattaforme streaming. Registrato quasi interamente live a settembre 2015, durante i concerti al Teatro Sociale di Gualtieri (Reggio Emilia), “The 12th Room” è un concept album composto da due cd: un primo disco con quattro brani inediti e sette di repertorio pianistico, ognuno dei quali vuole rappresentare metaforicamente le fasi che attraversiamo nella vita, e un secondo disco contenente la Sonata No. 1 in Sol Minore che simboleggia la dodicesima stanza.
Agli appuntamenti in Italia, si aggiungono gli impegni all’estero: venerdì 12 febbraio debutterà il nuovo spettacolo del Royal Ballet con le musiche di Ezio Bosso “Within the Golden Hour”, di Christopher Wheeldon, alla Royal Opera House di Londra, mentre sabato 13 febbraio Ezio Bosso dirigerà la Lituanian Chamber Orchestra al Teatro Filarmonico di Vilnius (Lituania) con la partecipazione del violinista Sergey Krylov.
Ezio Bosso è un pianista, compositore e direttore d’orchestra nato a Torino. Ha studiato Composizione e Direzione d’Orchestra all’Accademia di Vienna arrivando a dirigere alcune delle più importanti orchestre internazionali come la London Symphony Orchestra, The London Strings, l’Orchestra del Teatro Regio di Torino e l’Orchestra dell’Accademia della Scala. Ha composto musica classica, colonne sonore per il cinema (per “Io non ho paura” di Salvatores, per “Rosso come il cielo” di Bortone), per il teatro (per registi come James Thierrèe) e la danza (per coreografi come Rafael Bonchela) fino a scrivere sperimentazioni con i ritmi contemporanei. Dal 2011 Ezio Bosso convive con una malattia neurodegenerativa progressiva. Si esibisce con il suo “amico” Pianoforte Gran coda Steinway & Son della collezione Bussotti-Fabbrini, appositamente preparato sulle specifiche del Maestro da Piero Azzola, e utilizza uno sgabello versatile e di supporto, chiamato “12” e nato dalla collaborazione con l’architetto Simone Gheduzzi di Diverse Righe Studio.
Tornado a “The 12th Room”, si tratta di un doppio album, o forse sono due storie e una sola allo stesso tempo.
Il primo disco è composto da dodici brani, tra cui quattro inediti e sette di repertorio pianistico. Più un brano così inedito da non essere nemmeno mai stato eseguito dal vivo. Il secondo contiene invece la Sonata No. 1 in Sol Minore, che pur senza interruzioni è composta da tre movimenti, ed è della durata di circa 45 minuti. I due dischi sono anche esattamente la scaletta dell’ ultimo concerto in piano solo registrato quasi live e con pubblico in sala al Teatro Sociale di Gualtieri tra il primo e il quattro settembre 2015.
I brani rappresentano un piccolo percorso meta-narrativo. Quelli di repertorio rivelano dove si trovano le radici della musica che l’autore scrive. Rivelano i due musicisti che convivono in lui: il compositore e l’interprete. Soprattutto sono storie di stanze.
Ma alla fine, come sempre, è quella storia che non si può raccontare. Forse seguendola vi riconoscerete o vedrete che tipo di storia era.
Ogni suono che sentirete è prodotto interamente dal pianoforte e le dinamiche sono state mantenute rispettando l’esecuzione. La postproduzione è stata minima e basata sul concetto di far avere all’ascoltatore l’esperienza di sentirsi quasi dentro il pianoforte, come fosse il pianoforte stesso una stanza in cui entrare.