C’è l’uomo-koala, quello che dopo il rapporto s’avvinghia, il suo abbraccio è una morsa, e se la donna di notte vuole alzarsi deve disincastrarlo arto dopo arto. C’è il pavone, quello che durante l’amore guarda solo i suoi addominali. Il gufo, che arriva sempre di notte perché ha lasciato a casa mogli e fidanzate, uno che di giorno non lo vedi mai. Il falco, che vede e s’avventa perché non conosce il significato di preliminari e di atmosfera, il contrario del geco che invece è sempre lì, immobile, non reagisce, non si esprime, non ci prova, forse attende, forse è timido. Poi c’è il gambero, quello che inizia una storia con entusiasmo ma poi d’un tratto infila la retromarcia: “Questo non l’ho mai detto, non ti ho mai illuso, hai capito male”. È in uscita per Rizzoli il prossimo 29 gennaio “Uomini che amano troppo” il pungente catalogo di Filippo Facci che allo stesso tempo conferma e smentisce gli stereotipi delle donne sugli uomini.