La città protagonista de “Il corpo della città”, romanzo di Giuseppe Elia Monni in uscita a inizio 2015 è Cagliari, la Cagliari del 1760.
È un’estate siccitosa nell’antica capitale del Regno di Sardegna e la siccità arricchisce le famiglie patrizie che controllano i pozzi; nei quartieri popolari fermentano tumulti e tra le mura scalcinate si moltiplicano i morti.
Fino a che un uomo lancia una sfida alla città: riuscirà a portare acqua per tutti, e per sempre, in un solo anno. Non rivela come e non chiede nulla in cambio: si attende la riconoscenza della sua gente, la memoria della storia.
Quell’uomo si chiama Gemiliano Deidda, è uno dei padri della chirurgia e dell’archeologia moderna, è un economista e ingegnere autodidatta che ha già realizzato per il re grandi imprese. Quella scommessa tuttavia sembra un azzardo e scatena ironia, insofferenza, timori. Deidda però sembra aver scoperto qualcosa che l’ignoranza e l’avidità avevanp sepolto per secoli. Qulla che narra Monni è la storia di una scoperta archeologica sorprendente, tuttora sconosciuta. È la storia di un uomo eccezionale che voleva portare le idee illuministe in una Sardegna ottusa, e che sfidò la sua città con una impresa impossibile.
Giuseppe Elia Monni è laureato in Giurisprudenza, ha trascorso gran parte della giovinezza viaggiando e svolgendo diversissime attività, dall’insegnamento del Diritto all’università all’opera di recupero di antichi possedimenti nel cuore della sua Isola. Oggi lavora nell’ufficio legale di un’azienda di telecomunicazioni. Ha scritto saggi, manuali pratici e semiseri, resoconti di viaggio e romanzi, tutti sinora inediti.