A 10 anni dalla scomparsa, Padova celebra Teresa Rampazzi

Il 21 giugno 2011 un’intera giornata di testimonianze e ascolti di opere musicali dedicata alla compositrice veneta, nel decennale della scomparsa.

«Teresa Rampazzi e la musica ben calcolata», questo il titolo della giornata dedicata alla pianista, compositrice e didatta veneta, pioniera in Italia della musica elettronica, che avrà luogo martedì 21 giugno 2011 a partire dalle 9.15 presso l’Auditorium del Conservatorio di Musica “C. Pollini” di Padova. Il convegno è organizzato dall’Università degli Studi di Padova – in particolare dal Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione (DEI), dal Centro di Sonologia Computazionale (CSC), dal Dipartimento di Storia delle arti visive e della musica, dal Comitato Pari Opportunità in collaborazione con la Delegata del Rettore per la cultura e gli studi di genere – e dal laboratorio SaMPL del Conservatorio “C.Pollini”. Una giornata di lavori che, attraverso interventi a carattere scientifico, testimonianze e ascolti di opere musicali – molte delle quali inedite –  composte da Teresa Rampazzi, intende rendere omaggio nel decennale della scomparsa ad una figura di primo piano dell’avanguardia musicale italiana del secondo dopo guerra, prima donna a impegnarsi con passione alla ricerca, alla sperimentazione e alla divulgazione della musica elettroacustica e alla computer music. Il convegno si svolge con il patrocinio dell’Università di Padova. L’ingresso è libero, per informazioni tel. 049 8750648.

La giornata-convegno inizierà con un intervento di Sergio Durante (docente del Dipartimento di Storia delle arti visive e della musica) volto a dipingere un ritratto di Teresa Rampazzi come musicista, mentre Nicola Bernardini, responsabile di SaMPL (laboratorio integrato per la didattica, la ricerca e la sperimentazione dedicate al Sound and Music Computing), ne contestualizzerà l’attività didattica nell’ambito del Conservatorio “C. Pollini”. Sempre nella sessione mattutina, Silvana Badaloni (docente del DEI e responsabile del gruppo “Donne e Scienza” dell’Università di Padova), che ha conosciuto la compositrice nei primi anni Ottanta, coordinerà l’incontro “Creatività. Donne e scienza” con interventi di Claudia Attimonelli (Il genere della musica elettronica: compositrici, esecutrici, performer e dj) e di Laura Zattra (Una donna vista dagli uomini. La musica elettroacustica di Teresa Rampazzi), che da oltre dieci anni si occupa degli aspetti musicologici relativi a Teresa Rampazzi. La sessione pomeridiana, con inizio alle 14.15, vedrà alternare testimonianze di artisti, scienziati, musicisti e amici che hanno avuto contatti diretti con Teresa Rampazzi. A presiedere l’incontro sarà Laura Zattra insieme a Gianni Di Capua, di cui verrà proiettata un’inedita conversazione video con Teresa Rampazzi realizzata nel 1995. Concluderanno la giornata gli interventi di Sergio Canazza (docente del DEI) e Antonio Rodà (Università di Udine) che, coordinati da Giovanni Marchesini (già Rettore dell’Università di Padova), affronteranno l’annosa questione tecnico-scientifica della conservazione dei documenti sonori e delle apparecchiature elettrofone. Nel corso della giornata verranno proposti due momenti musicali con opere inedite di Teresa Rampazzi; verrà inoltre presentata una selezione del ciclo di trasmissioni “Teresa Rampazzi, fino all’ultimo suono” realizzate nel 1993 da Gianni Di Capua per la rubrica radiofonica Scatola Sonora di RAI-RadioTre.
Teresa Rampazzi nasce a Vicenza il 31 ottobre del 1914. Diplomata al Conservatorio di Milano in pianoforte e composizione, è stata interprete e divulgatrice del pensiero musicale avanguardistico spingendosi al radicalismo estremo degli anni Sessanta. Il suo interesse per l’elettroacustica e successivamente per la computer music la consacra come esponente di spicco nella sperimentazione musicale in Italia, in particolare nel Veneto dove, a partire dagli anni Settanta, contribuisce alla nascita di una scuola musicale che saprà affermarsi in campo internazionale. Fortemente attratta da tutto ciò che rappresentava innovazione, sempre in prima linea nel promuovere la ricerca, lo sviluppo e la diffusione della musica d’avanguardia, Teresa Rampazzi sin dagli anni Cinquanta è stata in stretto contatto con esponenti dell’avanguardia musicale dell’epoca. La sua abitazione di Verona prima e quella di Padova poi divennero “cenacoli” in cui convenivano personalità di genio tra cui Bruno Maderna (di cui Teresa Rampazzi fu grande amica), Franco Donatoni (che le dedicò la “Composizione in 4 movimenti” per pianoforte), Renè Leibowitz, Severino Gazzelloni, Heinz-Klaus Metzger, Silvano Bussotti, Camillo Togni. A Padova Teresa Rampazzi entra a far parte del Trio Bartók con il quale esegue per prima le partiture degli amici compositori, mentre nello storico Circolo Pozzetto la sua infaticabile attività di promotrice della contemporaneità ha fatto conoscere al pubblico brani di Stockhausen, Nono e Castiglioni fino ad ospitare, in un soggiorno italiano divenuto celebre, John Cage. Dopo l’interesse per il dodecafonismo ed il serialismo integrale, maturato sulla scia della frequentazione dei Ferienkurse di Darmstadt, per Teresa Rampazzi si apre il periodo più radicale della sua esperienza di musicista e sperimentatrice. L’incontro con John Cage, avvenuto nel 1959, e l’ascolto a Darmstadt dei suoni del generatore di Eimert, scatenano in lei la svolta elettroacustica, che sfocia sei anni dopo nella costituzione, insieme al designer Ennio Chiggio, del Gruppo N.P.S. (Nuove Proposte Sonore). Il gruppo padovano inizia a sperimentare inediti percorsi di percezione musicale mediante la spazializzazione del suono e, con audaci incursioni nella teoria della Gestalt, definisce innovative e suggestive ipotesi di ripensamento della forma e della notazione musicale. Da esso, tuttavia, Teresa Rampazzi si allontana nel 1972, dedicandosi sempre più alla didattica, affiancata nella ricerca musicale da Alvise Vidolin e Giovanni De Poli che da allievi diventano suoi stretti collaboratori e amici. Nello stesso anno si batte a lungo e ottiene che anche a Padova, dopo Firenze e Torino, venga istituita la cattedra di musica elettronica al Conservatorio “Pollini”, a lei affidata. Questo creò i presupposti per la nascita del CSC, il Centro di Sonologia Computazionale dell’Università di Padova, promosso da Giovanni Battista Debiasi e diventato negli anni tra i più prolifici e prestigiosi centri di eccellenza per la ricerca e la produzione della computer music. Teresa Rampazzi realizza al CSC la quasi totalità delle sue opere per calcolatore, ottenendo vari riconoscimenti nazionali e internazionali. Nel 1984, dopo la morte del marito, si trasferisce per un breve periodo ad Assisi sperimentando la propria ricerca musicale sulla musicoterapia. Alla fine degli anni Ottanta sceglie di stabilirsi in un pensionato di Bassano (VI), dove, instancabile, continua l’attività di divulgatrice e compositrice fino al giorno della sua morte, avvenuta a Bassano del Grappa, il 16 dicembre del 2001.

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