Sembra impossibile. L’aereo è certamente il mezzo più affidabile, eppure accadono tanti incidenti (e noi non lo sappiamo), e troppi speculano sulla nostra sicurezza. Nei cieli e negli aeroporti succede di tutto, ogni giorno, e spesso nessuno controlla. Controllati siamo solo noi quando passiamo al check-in e ci sottoponiamo a inutili verifiche. Le compagnie aeree hanno un solo obiettivo: decollare. Come, lo racconta questo primo libro inchiesta sul vortice di interessi e di truffe che girano intorno al trasporto aereo.
Succede che un fotografo con la passione del volo diventi comandante falsificando i documenti e venga scoperto solo dopo 10.000 ore di volo, e come lui molti altri intemerati ottengano il brevetto di pilota saltando esami teorici troppo difficili (anche quello di inglese!). Pezzi di ricambio non certificati e immessi sul mercato da broker squali procurano piccoli o gravi inconvenienti: il Concorde esploso nel 2000 aveva impattato sulla pista con un pezzo non conforme perduto da un DC-10, sull’ATR72 tunisino inabissatosi nel 2005 nei nostri mari con i serbatoi vuoti era stato da poco montato un indicatore di carburante sbagliato, aerei precipitati vengono recuperati e i loro strumenti rivenduti alle compagnie di tutto il mondo.
Qui c’è l’elenco di chi si è avvalso di questi componenti a basso costo. In un hangar di Ciampino la Finanza ha trovato ogni genere di ricambi (persino giubbotti per bambini del 1966) pronti per essere venduti. Ecco il perché di tante avarie, alcune terribili, altre per fortuna senza conseguenze per i passeggeri. E guai ai comandanti troppo scrupolosi che denunciano malfunzionamenti, cattiva manutenzione e orari impossibili (27 ore consecutive!). Molti sono stati licenziati. E in tanti ora hanno paura a esporsi.
L’autrice ha documentato tutto e ha trovato con fatica testimoni disposti a parlare dopo anni di silenzio e omertà: piloti, finanzieri, magistrati, ex impiegati degli enti di controllo. Verità imbarazzanti che paghiamo noi, sulla nostra pelle, coperte in nome del profitto a tutti i costi. Eppure la magistratura almeno un’inchiesta l’ha avviata. Qualcosa è venuto fuori. Le compagnie sono avvisate da tempo. E pure gli enti di controllo. Importante è che chi ha il coraggio di denunciare non rimanga solo.
Nadia Francalacci collabora con i maggiori settimanali nazionali: “Panorama”,“Panorama Economy”,“il Venerdì di Repubblica”, e il quotidiano “Libero”. Ha scritto anche per “l’Espresso” e Panorama.it. Per queste testate realizza inchieste e articoli di cronaca ed economia. Fra i temi trattati: la tutela della salute pubblica, truffe internazionali, contraffazione degli alimenti e delle bevande, organizzazioni criminali italiane e internazionali (mafia, camorra, ’ndrangheta, criminalità cinese).